Se non hai mai pensato di meditare in un rifugio alpino o sulle sponde di un lago in quota, probabilmente non conosci i benefici dello yoga-trekking.
Queste due attività sembrano in apparenza molto distanti tra di loro, o almeno è così che siamo abituati a vederle. Lo yoga relegato nelle palestre e il trekking in mezzo alla natura. In realtà, praticare lo yoga all’aperto, soprattutto in montagna e magari dopo una lunga camminata è molto appagante per la mente oltre che utile per il fisico, come ci conferma Benedetta Moccia (su Instagram @benedettamoccia_), istruttrice di yoga, appassionata di trekking e alpinismo.
Benedetta spiega che anche se yoga e trekking appaiono come discipline molto diverse hanno parecchi punti di contatto, come il benessere psicofisico che possono fornire. Prima però è utile fare un po’ di chiarezza su cosa intendiamo per yoga e cosa può dare agli amanti della montagna.
La filosofia yoga
Secondo l’istruttrice oggi capita spesso di vedere lo yoga estrapolato dalla sua natura. “Soprattutto scorrendo Instagram si potrebbe pensare che lo yoga sia fatto solo da posizioni da contorsionisti o ginnasti, che impauriscono anche un po’” commenta, mentre il vero senso di questa disciplina “va ricercato nella parola yuj, che significa unire, e da cui yoga deriva”. L’unione a cui mira la disciplina “è quella tra dentro e fuori, tra corpo e mente, per un benessere totale”, continua Moccia.
La pratica yoga punta a ripristinare una connessione con la Terra per riunirsi, collegarsi e diventare una sola cosa con quello che ci circonda. Lo yoga si può praticare dappertutto e quindi a maggior ragione anche in montagna. Qui, ci può aiutare a liberare la mente e a concentrarci sulle nostre emozioni e su quello che ci circonda.
I punti di contatto con il trekking
L'istruttrice spiega che “le due discipline richiamano la connessione con la natura e si bilanciano perché il trekking dà forza e resistenza, mentre lo yoga dà consapevolezza e porta benefici che vanno al di là dell’attività fisica”. Trekking e yoga permettono di migliorare il controllo di sé e allontanare lo stress, raggiungendo una fase di connessione tra corpo e mente.
Un’altra cosa che hanno in comune le due discipline è l’importanza della respirazione. “Grandissima parte dello yoga è basata sul respiro, con il pranayama - spiega Moccia - e anche in montagna bisogna respirare bene. Lo yoga può aiutare a gestire il respiro”. Una cosa molto utile nelle salite più faticose, quando il fiato inizia a mancare.
Tantissime posizioni yoga allenano anche l'equilibrio, una dote che in montagna serve sempre quando ci si trova a camminare su un terreno scivoloso, ghiacciato o instabile. Con lo yoga “si lavora sull’equilibrio a terra”, un esercizio che aiuta nei momenti più difficili in quota.
Come unire yoga e trekking
Oltre ai benefici dello yoga per l’anima, non bisogna sottovalutare quelli fisici. Praticare yoga permette di essere più agili e flessibili, grazie al lavoro sui muscoli. In montagna può preparare schiena e gambe all’inizio di una giornata di camminata o scioglierle alla fine di un’escursione.
“Dipende anche dal tipo di giornata di trekking che si affronta” precisa Moccia, aggiungendo che “ci sono tantissime sfumature e pratiche yoga. Affidandosi a un insegnante si possono conoscere queste differenze e capire a cosa conviene dedicarsi”.
Nella sua esperienza, la nostra istruttrice e camminatrice dopo ogni trekking si ritaglia qualche minuto per una pratica yoga mirata. “Stendo la schiena, faccio torsioni, sciolgo le gambe e più muscoli possibili. Uno stretching consapevole a cui si abbina una buona respirazione è molto utile e aiuta a recuperare meglio le energie”, spiega. Inoltre, il bello dello yoga-trekking è che non servono attrezzi, si può fare dovunque senza caricare ulteriormente lo zaino.
Sui posti più suggestivi dove le è capitato di fare yoga non ha dubbi: “sul Mottarone, la montagna dietro casa mia, al termine di una salita faticosissima e fatta di corsa”. Ma anche ad Adamello: “yoga in un rifugio con vista sul ghiacciaio”, racconta.
La corrente dello yoga-trekking
Per chi non vuole accontentarsi di meditare e sciogliersi a inizio o fine giornata è nata anche una corrente di yoga-trekking più specifica in cui lo yoga o è inserito totalmente in una giornata di camminata. In questo caso secondo Moccia “lo yoga-trekking diventa una meditazione-camminata”. Si tratta di “un trekking molto lento, in cui la meta è ogni passo. Si medita, si cammina, ci si rende più consapevoli e alla fine c’è una pratica yoga”. Adatto a chi vuole prendersi il proprio tempo e non ha fretta di arrivare a destinazione.
Qualunque sia l’esigenza e il modo in cui ci si voglia approcciare allo yoga in mezzo alla natura, secondo l'istruttrice non ci sono controindicazioni, “chiunque può respirare quindi chiunque può fare yoga”.
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